8 aprile 2019 - AIL compie 50 anni
guarda il messaggio di auguri del suo Presidente
Il mio obiettivo è costruire con AIL un domani in cui i tumori del sangue faranno meno paura, puntando soprattutto sull’innovazione.
Quando sono diventato presidente, il 5 maggio del 2018, l’emozione è stata fortissima perché mi occupo di Ematologia dal 1971: 47 anni di vita dedicati alla cura dei tumori del sangue, alla ricerca, al miglioramento delle condizioni dei malati. Arrivare a presiedere questa Associazione è per me il coronamento di tanti anni di impegno.
Ho conosciuto il Prof. Mandelli nel 1967 quando, da studente del II anno di Medicina, ho cominciato a frequentare il suo reparto, al Policlinico Umberto I. Da allora e fino alla sua recente scomparsa non ci siamo più lasciati e posso dire che professionalmente sono cresciuto con lui. Anche in virtù di questa vicinanza, quando il Professore mi ha chiesto di diventare Presidente AIL, avevo l’obbligo di non tirarmi indietro. Mi son detto: “Partiamo con questa avventura”.
Il caso ha voluto che entrassi in questa grande famiglia, fatta di 81 Sezioni locali e migliaia di volontari, proprio alle porte di una ricorrenza molto importante, cioè i 50 anni dell’Associazione. Quindi il mio impegno è stato e sarà intenso, perché questo anno sarà pieno di eventi e di appuntamenti di primaria importanza che hanno come sempre un unico obiettivo: il miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
I considerevoli progressi registrati negli ultimi anni nella cura dei tumori del sangue, costituiscono per AIL un motivo di soddisfazione e uno stimolo alla crescita costante. Allo stesso modo anche i risultati ottenuti nell’ambito dell’assistenza ai pazienti ematologici e ai loro familiari incoraggiano ad un impegno sempre nuovo a fianco del malato, in tutte le fasi del lungo e sofferto percorso della malattia. Abbiamo tanti buoni motivi per passare in rassegna la nostra storia con soddisfazione e ottimismo. Quanto abbiamo fatto ci proietta nel futuro con consapevolezza ed orgoglio.
Ma per continuare a crescere dobbiamo coniugare la tradizione con l’innovazione: investire sempre di più nella ricerca per consentire lo sviluppo di terapie sempre più efficaci; ascoltare i volontari che storicamente hanno fatto grande AIL, ma cercare nuove strade per trovarne anche tra le generazioni più giovani; valorizzare le tante sezioni periferiche, nostro motore sul territorio, ma ordinarle secondo quanto la legge di riforma del Terzo Settore ci dirà di fare; dare sostegno alle storiche campagne come le Stelle di Natale e le Uova di Pasqua ma creare sempre nuovi e più originali eventi per crescere nella raccolta di fondi.
Saper comunicare la forza della nostra Associazione è sempre più importante e per questo dovremo percorrere, insieme alle strade convenzionali, tutte le nuove vie che proprio il mondo della ha aperto con l’avvento delle nuove tecnologie. C’è dunque tanto da fare ma mi confortano due cose: la qualità delle persone che lavorano al mio fianco in tutta AIL e l’esempio che mi ha dato e mi continuerà a dare il mio maestro Franco Mandelli.
Viva AIL!